Principi di design – considerazioni

Ecco alcune considerazioni tecniche e note sul disegno della installazione nucleare colpita da incidente in Giappone:

1. CLUSTER DI REATTORI

L’idea di cotruire cluster di reattori su un oceano che e` soggetto a potenziali scosse sismiche si poteva evitare o si poteva proteggere meglio l’impianto semplicemnte diversificando i sistemi di protezione tra le varie unita`. Una scossa di terremoto, di magnitudo inferiore, aveva anni fa danneggiato un altro cluster di reattori in  Giappone situato sull’altra costa (impianto di Kashiwazaki-kariwa).  Quindi   i Giapponesi hanno prima costruito impianti  a cluster, ignorando noti principi di design come la ben nota regola di proteggerli dalle cosidette cause di fallimento comune (ovvero da cause esterne che possano creare simili situazioni incidentali, come la Tsunami che ha dannneggiato i sistemi di backup elettrico di tutte le unita’), e poi ignorato la evidenza empirica di tale teorema fornita da incidente a Kashiwazaki-kariwa, evitando di prendere precauzioni in merito (tipo costruire barriere di protezione tra impianto e impianto e diversificare sistemi ausiliari esterni).

2. SISTEMI DI PROTEZIONE

Le unita colpite dal sisma sono di seconda generazione. Tali impianti non sono stati disegnati includendo nel design sistemi di protezione passiva. Questo significa che le operazioni in caso di incidente sono guidati da operatori e in caso automatizzate necessitano comunque di un imput (per esempio corrente elettrica). Per esempio un impianto di terza genarazione evoluto come AP 1000 di Westinghouse e` dotato di sistemi di raffreddamento passivi, ovvero che entrano in azione automaticamente (grazie a principi quali la gravita`) al subentrare di anomalie di temperatura, calore o pressione. Non avendo tali dispositivi, ed essendo esposte a pericolo Tsunami, si sarebbe dovuto diverisficare i sistemi di protezione, creare dei muri piu alti di quelli di 2 metri previsti, e sopraelevare le stazioni di backup elettrico (diesel generators) in modo che onda anomala vi fluisse sotto senza dannegiarli. Tutti accorgimenti ben noti e adottati da altri paesi del mondo (per esempio l’india). Quindi in questo caso design significa valutare le soluzioni adottate da altri paesi e valutarle. Il costo di queste soluzioni sarebbe stato minimo con risultati molto diversi da quelli che abbiamo visto.

3. CULTURA NUCLEARE IN GIAPPONE

Il Giappone ha intrapreso scelte in materia di nucleare molto spesso non condivise dalla comunita` internazionale. Era inoltre noto che la gestione del programma nucleare non sia stata caratterizzata della richiesta trasparenza comunicativa. Due soli esempi: nel 2002 sempre l’impianto di Kashiwazaki-kariwa era stato fermato per falsificazione di dati relativi alla sicurezza nei confronti degli ispettori della agenzia nazionale per la sicurezza. Nel 2008 il Giappone ha completato l’impianto di riprocessamento di Rokkasho. Tale impianto, situato su una faglia soggetta a rischio sismico, ha un deposito di combustibile nucleare con una capacita’ pari a circa 3000 tonnellate. L’impianto, voluto per un forte desiderio nazionalistico di chiudere il ciclo del combustibile nucleare, cosi come e` stato costruito e` facilmente esposto a rischio di furto di combustibile. Con le attuali strumentazioni di rivelazione di radiazione e` infatti difficile calcolare con precisione se del materiale manca dall’inventorio, specie se sottratto in piccole quantita’. Dunque, nonostante in moniti della agenzia internazionale per la energia atomica (IAEA) il Giappone, ha preso rischi sia nel campo della sicurezza che in quello della proliferazione, ben piu alti di quelli ammessi dalle regole vigenti in molti paesi, e tollerati dalle istituzioni internazionali come la IAEA.

RIEPILOGO

Il design di un reattore, va visto dentro un contesto piu ampio che e` quello del societa’, del sistema normativo, e delle pratiche di management, in cui questo e` inserito. Dunque per valutare il rischio di incidente si devono guardare le regole di design di un impianto (sistemi fisici di protezione) ma anche quelle di gestione (sistemi umani) e le leggi (includendo il loro rispetto). Il Giappone e` un paese tecnologicamente molto evoluto, con pratiche di management all’avanguardia come il lean manufacturing, e contraddistinto da una societa’ onesta e con precise regole gerarchiche. Tuttavia la industria nucleare giapponese ha dato in piu occasioni motivo di distinguersi dal resto del suo contesto industriale, mancando di trasparenza e spesso violando una o piu’ delle succitate barriere. Diesel generator non testati, moniti alla sicurezza ignorati, procedure non rispettate sono solo alcuni esempi di conseguenze dovute a un management e di un sistema di public policies non adeguato a un paese con cosi spinte ambizioni nucleari e cosi esposto a rischio terremoto.

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